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Le onorificenze
La capacità e la competenza di Primo Nebiolo gli sono valse onorificenze e nomine da parte di nazioni in ogni angolo del mondo dalla Spagna al Senegal, Cuba, Germania, Belgio e anche dalla città di Sarajevo che, nel settembre 1996, gli ha concesso la cittadinanza onoraria, dopo che egli aveva fortemente voluto lo svolgersi di un meeting che simboleggiasse la rinascita di una città e di una nazione dalle nefandezze di una guerra fratricida.
L’8 maggio 1997 è stato nominato Console Generale Onorario della Repubblica d’Ungheria. Numerosi atenei gli hanno attribuito la laurea “honoris causa” in Giurisprudenza e numerosi dottorati a titolo sportivo, cosicché nei suoi uffici di Montecarlo e Roma sono riquadrati ben undici titoli accademici di università prestigiose come quella giapponese di Fukuoka, quella statunitense di Buffalo e quella cinese di Pechino.
Torino gli ha dedicato lo Stadio del Parco Ruffini, dove l’8 giugno 2000 è stato posto un monumento in marmo di Carrara – su disegno dell’architetto Enrico Tagliatesta – che attraverso le curve di una “N” stilizzata ripropone lo slanCIO di una pista di atletica proiettata verso il cielo. Nel 2001, a Bucarest è stata inaugurata una via che porta il nome del presidente della IAAF; è un fatto fuori dall’ordinario che la via di una città assuma il nome di un uomo di sport. La promotrice dell’iniziativa è stata Jolanda Balas, presidente della Federazione rumena di atletica e storica campionessa del salto in alto.
I meriti acquisiti nello sport internazionale hanno fatto sì che, nel 1992, il Presidente Samaranch lo nominasse membro del CIO. Per la prima volta nella quasi centenaria storia del Comitato, fondato dal barone Pierre De Couberten nel 1894, un membro venne scelto direttamente dal presidente.
L’ingresso di Nebiolo regala all’Italia un record: è l’unico paese, in quel momento, a contare ben tre membri nel Comitato - otre a Nebiolo anche Giorgio De Stefani e Franco Carraro - segno inequivocabile del valore attribuito negli ambienti internazionali alla classe dirigente sportiva italiana.
Il protocollo CIO datato 7 marzo 1992, nel quale Samaranch rendeva pubblica la nomina, segnalava infatti come “la IAAF giochi un ruolo primordiale in seno al movimento olimpico, soprattutto nel quadro delle celebrazioni olimpiche” e dunque “sia necessario rinforzare i legami già esistenti tra la IAAF e il CIO”.
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